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2006 HOW DO I GET TO MARS ?
"Per la prima volta
non ho cantato mentre registravo;
in quel microfono ho lasciato fluire il solo fiato dell' anima."
(Monica Stucchi/ Valerie Dore)
2006
Nel
2006, dopo 17
anni dalla sua ultima incisione,
VALERIE DORE
aderisce silenziosamente ad un progetto, dell'
underground italiano, a cui partecipano 21 gruppi di artisti felici di omaggiare
l'amico
Garbo con la reinterpretazione di 21 suoi vecchi brani raccolti a dicembre in un
doppio CD "Congarbo" . Unici artisti provenienti dalla dance '80 sono Valerie Dore e Styloo
che, in un elegante duetto, interpretano il pacato e fascinoso brano "How do I get to Mars?"
scritto da Derivando e Garbo.
In questo brano
VALERIE DORE dice di non avere cantato ma di avere volutamente fatto
conoscere, lasciandosi scivolare fuori senza filtri, i soli istintivi e fumosi suoni provenienti
direttamente dai suoi silenzi dell'animo. Ascoltandola
nell'alternarsi di suono trattenuto e slanciato, assaporandola nella voce greve
ma talvolta acuta, penetrandola nel saporoso sorriso e coinvolgendosi nell'intimo fiato
e sussurro, si vive un
trascinante e conturbante avvicinamento alla Monica Stucchi alias Valerie Dore più profonda,
più pubblicamente oscurata, più limpidamente vicina alla sensualità del cuore.
Curiosamente il brano termina con Valerie che dice quattro "STOP", ma non ne
vuole svelare il significato.
Valerie Dore,
Dicembre 2006:
"In questo brano ho trasudato l'emotività del mio immenso silenzio, quell'
invasiva pace inquieta che pervade fluttuando nella seducente e fumosa apnea di
migliaia di candide sigarette.
Mentre in altri paesi ed in altri settori vivevo
fiorenti e validissime esperienze, da anni ho ascoltato il mio caldo silenzio
discografico e, negli ultimi sei anni, mi sono anche lasciata affogare nel
silenzio assordante di una stanza chiusa al mondo.
Conosco il
silenzio in ogni suo anfratto: l' ho rincorso, voluto, amato e lui mi ha
accolto, parlato, affascinato. Mi è rimbombato dentro come un tuono caldo
danzante su sbalzi d'armonie desertiche.
Mi è piaciuto questo brano perchè,
nella facile sintesi del testo e nella pacata ma trascinante scrittura musicale,
ho fantasticato d'interpretazione e collocato tutta l'apparente staticità di chi si ferma in silenzio
ma, in realtà, spazia incessantemente muovendosi in uno slancio vibrante,
continuamente altalenante tra la salita e la discesa dell'intimità più
innalzante e profonda. Per questo, interpretando How do I get to Mars?, mi sono
lasciata scivolare fuori con fiato greve ed istintivamente calmo, talvolta anche
retratto ma poi imprevedibilmente slanciato. (Monica Stucchi alias Valerie Dore)
Dal mio
isolarmi posso tranquillamente dirvi che ho viaggiato più
stando ferma che camminando sulle strade del mondo.
Nel pericoloso viaggio dell'annoso silenzio si tocca alternativamente il culmine
di tutti i poli e si arriva a desiderare un altro spazio vitale... desiderare
Marte come nella song o qualsiasi meta che trasporti altrove, oltre l'altrove in cui si fluttua
già.
...Ad esser sincera a me Marte non è mai interessato, dicono che là faccia un freddo glaciale e soprattutto non vendono la Coca Cola.
:)
Monica Stucchi alias Valerie Dore
VALERIE DORE _MONICA STUCCHI 2006 - "Nel testo della canzone si desidera andare "solo" su Marte e si vorrebbe un "ticket" per raggiungerlo. Trovo che questa sia una sintesi del cammino nel silenzio, un fotogramma emozionale che descrive il mio annale bramoso desiderio di allontanamento e crescente perdita di qualsiasi gravità. La richiesta del "ticket" la considero estremamente buffa, ma è sicuramente azzeccata nell' intrinseco significato che gli dò. Per mia intima ed estremissima esperienza so benissimo che, in simili situazioni estatiche, meno ci si frena alle possibilità dell'animo, con noiose razionalità o paure, e più si dissolvono tutti i confini visibili ed invisibili. Insistendo con coraggio nel non porsi limiti e scaraventando fuori da se ogni interesse per il consueto e l'imposto e l'imponibile, si assiste coinvolti al congiungimento dell'infinito interno con quello esterno. Forse si tocca la magia della follia, ma più si arrischia e s'inoltra la propria falcata nell'ascolto del silenzio e più si giunge al divenire tutti e tutto: si è in tutti ed in tutto, ovunque e nel sempre…ed il tutto parla."
Vi parrò folle, ma
io giunsi sino al danzare in volo ed a rotear in walzer con tutti i pianeti del
cosmo: rimbalzavo sulle nuvole della mente e divertita mi piroettavo in
armoniosi balli selvatici mossi nello spirito e liberi dal corpo, fatti in punta
di piedi all'aria e coi capelli sventolanti lungo le polveri evanescenti nelle
scie degli astri. Talvolta mi lasciavo attrarre nel turbinio dei buchi neri e
poi improvvisamente saltavo giù, sprofondavo sino al collo e goffa ricominciavo
col molleggiarmi sulla gommosa compattezza dei miei fisici organi, ritmandomi
col battito del cuore ed i tuoni dei dolori. Quindi mi svincolavo da me tuffandomi a guizzo negli
spessi ma anche volatili sentimenti umani, entrando ed uscendo a piacimento da
ogni cosa ed essere, da ogni pietra e guru, da ogni passato e futuro. Con la
magia dell'incoscienza, avvolta nel soffice esplosivo mondo della più lasciva
irrazionalità e perduta concretezza, passeggiavo sull'evanescente piattaforma
umana da cui assorbivo ogni passo già passato e da passare, scrivevo papiri
senza pensare, rileggevo baciando senza baciare e ripartivo fluttuando leggiadra
dentro ogni spazio e tempo... ed il tutto, badate bene, semplicemente dando infinibile tempo e minuzioso ascolto al mio silenzio, senza l'uso di alcun
malsano additivo allucinogeno o farmacologico e soprattutto: senza mai dover
obliterare alcun ticket :) ( MONICA STUCCHI alias VALERIE DORE )
Per la mia biografia è un bell' incastro storico l'aver ricominciato ad emettere suoni proprio fiatando in musica delle parole sul silenzio; nella mia vita lo reputo un passo perfetto, sono felice, è un giusto eco umano e discografico per uscire pubblicamente dal sarcofago in cui mi ero rilassatamente accomodata.
Ho emesso il fiato del silenzio cercando di rispettarne l'eleganza, la sensualità, la conturbante calma ed il profondo turbamento. Con voce estremamente greve ho goduto nello sporcarmela come non l'avevo mai incisa... ed in realtà, l'ho cantata dopo migliaia di sigarette.
Ho inciso il brano tenendo concretamente tra le braccia il mio cane batuffolo di nome Artù, l'essere vivente che meglio di chiunque altro conosce il mio bramoso interagire col silenzio e mi corrisponde senza limiti in quell' immensa sincerità d'amore che pervade e necessita in particolari circostanze.
Ho accolto la proposta di cantare con Styloo ed aderire con questo brano alla compilation perchè nei casi come il mio, in cui dopo tanti anni si decide rientrare e riaffacciarsi in un ambiente che costò salutare ma dove l'opportunismo disumano metteva in forse la mia sopravvivenza, si torna decisi di lavorare solo al fianco di chi si avvicina con sincera amicizia e fraterna comprensione. Il rapporto con Renato e Alberto è nato con un ottimo sentimento, uno slancio armonico, sinceramente vitalizzante. Spero che questo tipo di rapporto umano duri nel tempo e non si incrini mai perchè, nelle mie esperienze passate con la discografia, alla fine sono quasi sempre rimasta con la cocente delusione di avere lavorato con approfittatori della mia fiduciosa disponibilità, mascherati da bene ma purtroppo interessati ad usarmi per i loro idoli, successo e denaro.
Mi piace la scelta di essenzialità nell'arrangiamento della base suonata da Styloo, tranne un suono di basso che a mio gusto rende un po' invadente il tappeto musicale; ma lavorare con due uomini che amano i suoni elettronici cupi ed impastati è stato anche un piacevolissimo inebriarmi di alcol in fumosi pub e, sebbene solitamente io non beva alcolici ed ami i suoni limpidi anche se grevi, vi confido che a fine nottata ero sempre brilla al punto giusto per essere in sintonia con il loro mondo ... scherzi a parte, sono felicissima di avere la comproprietà di questa incisione che ritengo profondamente mia, tanto che vorrei fosse recepita come un'intima vibrazione dell'anima rinchiudibile nel cuore di chi la sente.
Grazie Alberto. Grazie Renato.
Alberto Styloo - Valerie Dore - Renato Garbo
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